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Sezione dedicata a Magico Vento un Sioux dalla pelle bianca

Magico Vento

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Magico Vento

Magico Vento

One Man Show: Gianfranco Manfredi

Conosciamo gli autori di Magico Vento

Dai soggetti alle chine: come nasce un eroe

31/08/2005 - bila83

Una serie che per quello che riguarda i testi è uno One Man Show: si contano sulle dita di una mano gli episodi non scritti dall'ideatore della serie, Gianfranco Manfredi . Ce ne sono un paio per Tito Faraci e Antonio Segura, uno per Stefano Lugano. Per il resto, Magico Vento, almeno come fumetto, è lui. Lui che è stato anche cantante ("Zombie di tutto il mondo unitevi", un suo vecchio LP!), autore per il teatro e di diversi libri, un passato nel fumetto con "Gordon Link" e alcune storie di Dylan Dog e Nick Raider. Cosa dire di lui che non possa essere detto di questo fumetto? Niente. Se non ribadire che ha una grandissima fantasia e capacità di intrecciare storie, creando suspence. La serie è nata con l'etichetta horror-western che presto è andata stretta, visto che più genericamente MV è una serie sugli indiani, con una visione magica o anche estremamente realistica del West (e non è una contraddizione), sfruttando la grande Storia. Un merito non da poco: il padre del fumetto italiano GL Bonelli amava poco i riferimenti storici, lo ingabbiavano troppo. Manfredi sembra invece esaltato dall'idea di riuscire lo stesso a divertire nonostante questi limiti, trasformandoli anzi in punti di forza delle storie. Poi contaminazione a gogò: in poche pagine si passa da Custer ai leggendari Antichi. Segno che il manico della storia è di primissimo ordine.

Ed eccoci infine all'altra metà della vignetta: i disegnatori. Quelli che firmano la collana sono maestri assoluti: da un punto di vista grafico, la testata è ai vertici di tutta la Sergio Bonelli Editore. Vediamo di conoscerne qualcuno.

Pasquale Frisenda : merita di essere il primo della lista. Non fosse altro per il fatto che è stato a lungo copertinista. Bianco e nero regale, con un'attenzione geniale a tutti gli effetti tipo pioggia, polvere, spruzzi di acqua e fango, nuvole, eccetera. Un West poetico e leggermente malinconico. Manfredi dice di pensare le storie con le sue atmosfere, adattissime anche al tema magico-horror, ma soprattutto a un West realistico, essenziale, un po' marcio. Scuola Ivo Milazzo, è stato nominato miglior disegnatore italiano nel 2004. Lo vedremo di certo ai pennelli nei mesi del Little Big Horn.

Goran Parlov : ci spostiamo in Croazia per il numero 2 dei disegnatori. Manfredi dice di pensare sempre ai personaggi come se li disegnasse Parlov, segno di una forza del tratto non comune. Disegna con grande energia. Una vignetta apparentemente spoglia, con pochi fronzoli, con grande dominio del bianco, ma un fantastico senso dell'azione. Ragazzo prodigio: ha disegnato una storia di Ken Parker, poi Nick Raider, infine a soli 32 anni, nel '97, addirittura un Texone, fortemente voluto da Sergio Bonelli quando era un semi-sconosciuto. Ora si è fatto conoscere con albi uno più bello dell'altro. Disegnerà il numero 100, a colori, anche perché il suo stile è forse più colorabile rispetto a Frisenda.

Bruno Ramella : il creatore grafico di Magico Vento. Segni particolari: che chine! Stende il nero su tutta la vignetta creando atmosfere cupe fantastiche. Perfetto per le atmosfere del fumetto, specie quelle horror. Le facce dei suoi cattivi? Uno spettacolo. Probabilmente suo il miglior Hogan. Spesso in coppia con Giuseppe Barbati, che fa le matite mentre lui ci stende la china. Molto bravo anche Barbati, ma il fascino delle loro storie è proprio la china di Ramella, non c'è niente da fare. Vedremo anche lui nella saga. Barbati invece disegnerà il n°102, il primo dopo il ciclo di Custer. Con Hogan.

Corrado Mastantuono : l'attuale copertinista, peraltro bravissimo. Un passato in Disney, poi in Bonelli prima le cover di Nick Raider, quindi anche quelle di MV. Il colore è qualcosa di assolutamente unico. Difficile descrivere il suo stile. Molto bravo nel tratteggio, che però non usa sempre, ma a discrezione, a seconda delle atmosfere che vuole creare. Il segno è deciso, sufficientemente preciso, ma dà anche sufficientemente da lavorare all'occhio. Sa creare atmosfere. Molto assorbito, non lo vedremo in una storia ancora per parecchio tempo.

Ivo Milazzo : maestro, si accomodi. Il nome del maestro per antonomasia del fumetto italiano in questo momento, o uno di questi. Il nome che lascia a bocca aperta: Milazzo disegna Magico Vento? Eccome. E, segno della sua grandezza, riceve pure delle critiche dai lettori. Il suo segno è sempre più stilizzato, come l'ultimo Pratt. Due righe ed ecco un palazzo, quattro pennellate ed ecco un vestito da sera. Fa immaginare tantissimo. Ecco il suo fascino. A volte pure troppo, e allora la vignetta ti sembra troppo spoglia. Ma chi disegna così non si critica. Lo aspettiamo dopo la saga.

Luigi Piccatto : disegnatore di Dylan Dog, anche su MV ha fatto bella figura. Il suo tratto è spigoloso e così nervoso da trasmettere seduta stante inquietudini e agitazioni. Molto significativo anche quel suo tratteggio. Riesce a evocare atmosfere cupe, personaggi dalle fisionomie un po' distorte. Ma è tutto finalizzato alla storia, alla quale Piccatto porta sempre il suo tocco originale.

Ce ne sarebbero altri: Darko Perovic, che disegna il n°97, Volante, Talami, Biglia, Di Vincenzo, Leonardo. O altri che hanno disegnato (molto bene!) MV in passato: José Ortiz, Corrado Roi, Eugenio Sicomoro, per fare qualche nome. O Andrea Venturi, come eccezionale copertinista fino al n°31. Non c'era posto per tutti. Perdonateci se qualcuno non ha visto citato il suo preferito, ma ci siamo limitati ai big, quelli che impreziosiscono mese dopo mese questo fumetto, che richiede preparazione e cura delle atmosfere davvero non comuni.

31/08/2005 - bila83


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